La causa di Alexa Wilkins contro @ElijahSchaffer è così ridicola che sfida le parole. Infatti, sfida le parole perché, secondo le accuse della causa stessa, *non sono state pronunciate né scritte parole diffamatorie*. "Sebbene il convenuto non abbia incluso alcuna didascalia per chiarire il significato del suo post, non era obbligato a farlo". Non l'ho inventato. Questa è effettivamente l'accusa. Apprezzo il concetto di "diffamazione per implicazione", ma non penso che questo si avvicini a quella forma eccezionale di diffamazione. Penso anche che, anche se avesse chiamato Alexa "honeypot" o "agente del Mossad", per quanto falso possa essere, è comunque ovviamente un'opinione. Questa causa appare ridicola. Sembra disperata. E riflette male su un'amministrazione che si vanta della libertà di parola. Rispetto e umilmente presentato.